Dizionario massonico A-F

Abbraccio: In Massoneria è un segno indicante l’amicizia fraterna che unisce tutti i componenti della Istituzione. É triplice, ed è accompagnato da un bacio prima sulla guancia destra, poi sulla sinistra, poi ancora sulla destra.

Abbreviazioni: Riduzione grafica di una parola o di una frase per mezzo di una sigla od in altra forma convenzionale. La Massoneria ha adottato, fin dalle sue origini, un ampio elenco di nomi, parole e frasi usati in forma abbreviata, specie per iscritto. Tra quelle tuttora più usate troviamo: ¨ A.A.O.N.M.S. = Ancient Arabic Order of the Nobles of the Mystic Shrine – ¨ A.D. = Anno Domini (come l’E.V.): l’anno calendariale – ¨ A.G.D.G.A.D.U. = Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo – ¨ A.G.D.S.A.D.M. = Alla Gloria del Supremo Architetto dei Mondi – ¨ A.I. = Anno Inventionis: l’anno distintivo del Royal Arch, ottenuto aggiungendo 530 all’anno calendariale – ¨ A.L.A.M. = Antica Libera ed Accettata Massoneria – ¨ A.O. = Anno Ordinis (l’anno Templare, ottenuto sottraendo all’anno considerato 1118, anno di fondazione dell’Ordo Templi) – ¨ A.P.R.M.M.: Antico e primitivo Rito di Memphis e Misraim – ¨ A.Y.M. = Ancient York Masons – ¨ E.V. = Era Volgare (come l’A.D.): l’anno calendariale – ¨ FFrr\ = Fratelli – ¨ Fr\ = Fratello – ¨ G.A.D.U. = Grande Architetto dell’Universo – ¨ G.L.D.I. = Gran Loggia d’Italia – ¨ G.L.R.I. = Gran Loggia Regolare d’Italia – ¨ G.M. = Gran Maestro – ¨ G.O.I. = Grande Oriente d’Italia – ¨ L. = Loggia – ¨ M.V.- = Maestro Venerabile – ¨ L.U.F. = Libertà, Uguaglianza, Fraternità – ¨ R.A.M. = Royal Arch Masons – ¨ R.C. (R+C) = Rosa Croce – ¨ R.L. = Rispettabile Loggia – ¨ R.S.A.A. – Rito Scozzese Antico ed Accettato – ¨ S.L. = Sacra Legge, il Libro Sacro, la Bibbia – ¨ R.S.I. = Rito Simbolico Italiano – ¨ T. = Tempio massonico – ¨ T.F.A. = Triplice Fraterno Abbraccio – ¨ V.L. = Vera Lux (anno massonico, ottenuto aggiungendo 4000 all’anno considerato). Da notare che assai spesso, in luogo dei punti tra le lettere, vengono usati i tre puntini (:.).

Abif: Nell’Antico Testamento è il nome associato ad Hiram (padre, maestro) nel libro delle Cronache (II, 2, 13). Era figlio d’una vedova di Tiro, della tribù di Neftali, esperto nella fusione e lavorazione del rame. Invece nella leggenda del terzo Grado di Maestro Massone (v.) egli è esperto nella lavorazione di tutti i metalli, nella tessitura, nella lavorazione delle pietre, in falegnameria ed in carpenteria. Questa lo vede anche nominato da re Salomone alla carica di sovrintendente ai lavori di costruzione del Tempio di Gerusalemme, per cui diresse l’opera degli oltre 70.000 operai addetti ai lavori. Il nome A. è in forte disuso nella Massoneria azzurra, da cui è praticamente scomparso, mentre viene tuttora frequentemente usato nel Rito Americano o di York.

Acacia: Simbolo particolarmente importante nell’Istituzione Muratoria, nel rituale d’iniziazione (od elevazione) al Grado di Maestro Massone. Infatti l’A. è al centro della leggenda di Hiram dal cui corpo germoglia, consentendo poi ai Maestri che lo ricercano di individuarne la sepoltura e di identificare i Compagni che lo hanno ucciso. L’A. è anche considerata emblema: dell’iniziato che esce dalla bara di Osiride (v.) per trasformarsi in Horus (v.); dell’Agnello di Dio (Cristo) che resuscita; della resurrezione (morte e rinascita) che ogni uomo dovrebbe operare in sé superando i vizi e le passioni umane.

Accettato: Si dice che i moderni Massoni speculativi (o Moderns) furono accettati dagli operativi (Ancients) quasi tre secoli orsono, creando la moderna Libera Muratoria. In realtà i Massoni operativi erano in forte declino, anche per mancanza di lavoro. Gli esoterici speculativi, specie i Rosa+Croce, si imposero facilmente su di questi, adottando la loro simbologia operativa ed imponendo i propri rituali, allegorie e metodi di ricerca interiore per l’evoluzione degli Iniziati. La corrente denominazione completa della Fratellanza è “Antica Massoneria Libera ed Accettata”.

Affiliazione: Atto formale di ricezione di una persona nell’ambito famigliare od associativo.La Massoneria presuppone la reale attività dei suoi membri, per cui ogni Massone è tenuto ad affiliarsi ad una Loggia che opera nella località (denominata Oriente) in cui egli risiede. In Massoneria occorre essere liberi da altre appartenenze, presentare i certificati richiesti allegandoli ad un’apposita domanda indirizzata al M.V. della Loggia cui si intende aderire. Tale Loggia deciderà poi se accettare tale domanda, a meno che l’interessato provenga da una località diversa, ed abbia eletto residenza in quell’Oriente. Nell’ambito del G.O.I. l’affiliazione viene definita “exeat”, ed è regolamentata dall’art. 8 della Costituzione e dall’art. 15 del Regolamento dell’Ordine.

Agape: Termine impiegato per indicare una riunione conviviale tra Fratelli Massoni. L’A. può essere Bianca oppure Rituale. Quella Bianca si riferisce a convivi informali, organizzati in talune occasioni particolari ed aperte alla partecipazione delle donne e dei profani. Di norma tali occasioni coincidono con il solstizio d’Estate (San Giovanni Battista), festa della Riconoscenza, ed in prossimità del solstizio d’Inverno (San Giovanni Evangelista), festa della Speranza. Presso le Obbedienze nordiche tali feste sono definite rispettivamente Festa delle Rose e Festa della Luce. Ai Dignitari vi vengono assegnati posti ben definiti, ed un apposito Rituale viene osservato dai commensali sia nella consumazione delle poche e semplici portate previste, sia nell’esecuzione di sette brindisi, effettuati dal Maestro Venerabile, o da un Fratello da lui appositamente delegato.

A.G.D.G.A.D.U.: Formula massonica abbreviata che significa “Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo”, e che comprende ogni possibile raffigurazione personale del rapporto tra Dio e l’Umanità. Nelle cosiddette Logge regolari tale formula è evidenziata nel Tempio, all’Oriente, alle spalle del Maestro Venerabile, intervallando lettere con tre puntini, A:.G:.D:.G:.A:. D:. U:.

Al Coperto: Espressione massonica rituale impiegata per indicare che i Lavori nel Tempio (v.) sono svolti al riparo da ogni sguardo profano.

All’Ordine: Espressione rituale massonica pronunciata nel Tempio dal Maestro Venerabile, seguita dall’assunzione da parte di tutti i Fratelli della posizione relativa. Tale posizione, diversa a seconda del Grado in cui si svolgono i Lavori, comporta una posizione, particolare delle braccia e delle mani, stando in piedi.

Anno massonico: Ai fini della datazione valida per tutti i Riti Simbolici della Libera Muratoria, occorre considerare che Marzo é il primo mese dell’anno, e quindi Febbraio é l’ultimo, proprio in accordo con le cadenze dello Zodiaco. Infatti al mese di Marzo corrisponde il primo segno dell’Ariete, mentre a Febbraio cade l’ultimo, ovvero quello dei Pesci (v. Calendario massonico). Nei riti Scozzesi invece l’A. ha inizio in settembre e termina in agosto. Amministrativamente e gestionalmente invece, l’A. è sempre iniziato in settembre, per terminare con la festa di San Giovanni d’Estate (24 giugno). Così continua ad essere in tutte le obbedienze massoniche del mondo, fuorché in Italia, dove a partire dal 1983 il G.O.I. ha deliberato la coincidenza dell’A. con l’anno calendariale normale: inizia quindi il 1° gennaio per terminare il 31 dicembre.

Antichi Doveri: Alle Costituzioni massoniche del 1723 sono annessi gli Old Charges, ovvero gli Antichi Doveri. Questi rivestono particolare importanza per la Massoneria Universale, poiché non si presentano in termini esclusivamente normativi, in quanto sono circonfusi di una vetusta autorevolezza che ne sancisce il valore di principi anziché di norme.

Apprendista: Nella Loggia rappresenta il primo Grado della gerarchia massonica. Nel Tempio ogni A. prende posto lungo la Colonna “J”, posta a settentrione, e si trova sotto la guida, la tutela e la vigilanza del Secondo Sorvegliante della Loggia. Suoi strumenti di lavoro sono il Maglietto (v.) e lo Scalpello (v.), indispensabili per squadrare la pietra grezza, compito fondamentale dell’A. espresso simbolicamente. In Loggia l’A. deve osservare il silenzio più assoluto, e non ha alcun diritto alla parola.

Ara: sinonimo latino di altare. Fin dai tempi più antichi rappresenta l’elemento centrale dei luoghi di culto. L’Ara massonica viene impiegata per formalizzare solennemente il patto di associazione tra l’adepto e l’Istituzione. Questa serve sempre da supporto alle tre Luci Maggiori della Loggia (Libro sacro o della Legge, Squadra e Compasso) e, talvolta, alla Menorah.

Archipendolo: Importante attrezzo operativo, indispensabile nell’Arte muratoria. Simbolo della Libera Muratoria, denominato anche Livella (v.).

Architettura: Arte e tecnica di ideazione, progettazione e realizzazione di edifici ed opere edilizie in genere, per le quali è necessaria la mediazione del disegno.Nel corso della cerimonia di iniziazione al Grado di Compagno d’Arte, secondo un interessante e significativo rituale praticato all’inizio del XIX secolo, il Maestro Venerabile definisce l’A. come segue: «L’A., la più nobile fra le Arti manuali, è la scienza della quale i Saggi dell’antichità si sono serviti per esprimere il loro concetto di Bellezza. Tali Saggi furono i nostri illustri predecessori, che ci trasmisero il titolo distintivo di Massoni, del quale tanto ci onoriamo. Gli edifici della prima età sono poco noti, le città da loro fondate sono scomparse. Se il nome dei più illustri fra quei Maestri è restato ignorato, la Tradizione e la Storia hanno potuto tramandarcene qualcuno. Caino costruì una città chiamata Enoc (Genesi 4, 17); Noé fabbricò l’Arca, nella quale si salvò durante il Diluvio Universale (Genesi 2, 6, 9); Nemroth costruì la Torre di Babele, e pose le prime fondamenta di Babilonia (Genesi 2, 1-9); il nostro Maestro Hiram (v.) fu il costruttore del Tempio di Salomone (1 Re 7, 13); Pietro edificò nell’Asia Minore il Tempio di Minerva a Priene; Dedalo costruì a Creta il famoso Labirinto (v.); e Vitruvio fu il più famoso fra gli architetti romani. L’A. ebbe la sua culla in Egitto, paese originario della Libera Muratoria. Lo studio dell’A. ha lo scopo di far comprendere all’iniziato (v.) la cura che egli deve apportare nella decorazione del tempio che noi vogliamo edificare alla Verità ed al Progresso. Ricordatevi che il solo ornamento che possa convenirgli è la Virtù dei massoni incaricati della sua edificazione»

Atena: Dea greca, figlia di Giove, balzata fuori dalla sua dolorante testa dopo un terribile colpo infertogli, su sua richiesta, dal compiacente Vulcano. Le corrisponde la latina Minerva.Nel Tempio ne viene collocata la raffigurazione nei pressi del Maestro Venerabile, ad evidenziarne la dote principale, la Sapienza, e la virtù consequenziale che lo caratterizza, ovvero la Saggezza.

B: Lettera impiegata come abbreviazione del nome Boaz (v.), che la Massoneria considera sacra, in particolare per l’Apprendista Libero Muratore. È impressa nella Colonna (v.) meridionale, detta appunto degli Apprendisti, posta all’ingresso del Tempio.

Batterie: La Massoneria impiega le B. come supporto nel corso dei Lavori rituali. Consistono nel battere le mani ritmicamente, seguendo la frequenza in genere regolata dalle battute di maglietto del Maestro Venerabile e dei due primi Dignitari di Loggia.

Bellezza: Qualità di ciò che è bello. É lo strumento raffigurato da Venere, che la tradizione affida al 1° Sorvegliante, il quale sovrintende alla colonna “J” dei Compagni d’Arte.

Benda: Di colore nero, copre gli occhi dell’iniziando al Grado di Apprendista (v.), è il simbolo dell’ignoranza che rende il neofita incapace di capire e di muoversi in un ambiente caratterizzato dal simbolismo, qual è appunto il Tempio massonico.

Capitazione: Termine compreso nel linguaggio propriamente massonico, ad indicare la quota annuale che ogni Libero Muratore è tenuto a versare entro i tempi stabiliti o su richiesta del Fratello Tesoriere. Con questo atto ogni adepto contribuisce al sostegno finanziario dell’Istituzione, poiché la C. comprende il recupero delle spese sostenute dal Grande Oriente, dal Collegio Circoscrizionale e dalla Loggia di cui il Massone è membro.

Collare: Fa parte dell’abbigliamento rituale massonico, indossato solo dai Fratelli che ricoprono cariche di Dignitari ed Ufficiali di Loggia, ed è simbolo distintivo della funzione svolta. Al C. viene appeso il Gioiello (v.), che è generalmente didascalico o comunque speculare rispetto alle funzioni dei Dignitari e degli Ufficiali.

Colonne: Le due Colonne poste all’ingresso del Tempio massonico sono rappresentazioni emblematiche dei principi della Forza e della Bellezza, e sono il simbolo della vita. Quella posta a sinistra entrando è di stile dorico (o raramente gotico), sostiene un globo terracqueo (ricorda la serietà e l’importanza dell’impegno assunto da ogni adepto) e porta incisa la lettera “B”, iniziale di Boaz, nome (secondo la tradizione biblica) del proavo di Davide, principe e legislatore di Israele. Simbolicamente rappresenta il principio attivo, l’elemento maschile e la Forza, attributo del 2° Sorvegliante: è al suo fianco che si dispongono gli Apprendisti. La colonna opposta è in stile ionico (o corinzio), sorregge tre o quattro melagrane semiaperte e porta impressa la lettera “J”, iniziale di Jachin (o Jakin), che nella tradizione biblica è il nome del gran sacerdote che officiò l’inaugurazione del tempio di Salomone. Simbolicamente rappresenta il principio passivo, l’elemento femminile e la Bellezza, attributo del 1° Sorvegliante. È la colonna dei Compagni d’Arte. Le melagrane sono oggetto di varie interpretazioni simboliche: ricordano la carità che racchiude tante virtù, l’umiltà, la fecondità, la procreazione e la proliferazione. Inoltre sono semiaperte, per cui se ne può scrutare l’interno, ricordando così l’introspezione (Gnose te ipsum) richiesta al massone, nonché il compito affidatogli di ricerca della Verità attraverso l’esoterismo. Viste congiuntamente, le C. rappresentano l’equilibrio del dualismo nei termini opposti: Forza e stabilità, morte e vita, distruzione e creazione, tenebre e luce, vizio e virtù. Tutto procede in un armonico bilanciamento di coppie, e l’evoluzione procede grazie alle energie che operano in combinazione ed in contrasto, che solo apparentemente sono tra loro in opposizione. Opportuno infine ricordare che i nomi Boaz e Jachin contraddistinguono anche le colonne poste all’ingresso del tempio di Re Salomone, come citato in I Re: 7, 21 nonché in. II Cronache: 3, 17.

Colpe e sanzioni: (G.O.I.) I Liberi Muratori, qualunque sia il loro Grado e la loro funzione, sono sottoposti alla Giustizia Massonica, e vi restano soggetti anche se in sonno o decaduti. Costituisce colpa massonica l’inosservanza dei principi della Massoneria e delle norme della Costituzione e del Regolamento dell’Ordine. Integrano gli estremi della colpa massonica: a) ogni contegno nei rapporti massonici contrario ai sentimenti di rispetto, di fraternità e di tolleranza; b) ogni azione contraria alla lealtà, all’onore od alla dignità della persona umana, ed ogni comportamento, nell’ambito della vita profana, che tradisca gli ideali dell’Istituzione. Il Regolamento dell’Ordine determina le sanzioni, graduandole secondo la gravità della colpa. Il L.M. è considerato innocente fino a che non sia intervenuta sentenza definitiva. Il L.M. sottoposto a procedimento penale dall’Autorità giudiziaria ordinaria per fatti non colposi, può essere cautelativamente sospeso da ogni attività massonica con provvedimento del Gran Maestro. La pendenza di un procedimento penale non preclude il giudizio massonico (Art. 15 della Costituzione dell’Ordine).

Compagno d’Arte: In Loggia è il secondo Grado della gerarchia massonica. Come per il profano è necessario dimostrare d’essere uomo libero e di buoni costumi per aspirare a varcare la porta del Tempio massonico, per essere promosso Compagno d’Arte l’Apprendista Libero Muratore dev’essere in grado di certificare d’aver ormai fatto il suo tempo, essendosi privato dell’influenza dei metalli, e che il suo Tutore (il Secondo Sorvegliante) sia soddisfatto di lui per i progressi acquisiti. Deve soprattutto aver dato prova di applicazione, di zelo e di ardore nel Lavoro (v.) muratorio. Il C. ha diritto di parola,

Copertura: Termine massonico impiegato per indicare la protezione del Tempio da elementi esterni, che potrebbero compromettere la sicurezza dei Fratelli e la riservatezza dei Lavori rituali.

Coppa delle Libagioni: La massoneria impiega la C. nel corso dell’iniziazione al Grado di Apprendista Libero Muratore, allorché il Maestro Venerabile dice all’iniziando: “Io debbo esigere da voi una promessa solenne prestata sulla C. Acconsentite a prestarla”? Dopo di che invita il Maestro delle Cerimonie a portare la C., che il Fratello esperto porgerà poi al profano, invitandolo a bere. Bevuta l’acqua dolce, sul suo onore promette solennemente di mantenere il silenzio più assoluto su tutti i particolari delle prove subite; quindi il Maestro Venerabile gli dice: “Profano, voi dovete conoscere tutta l’importanza di una promessa solenne. Se voi mancaste alla parola così solennemente data … bevete!”, e gli si fa bere l’acqua amara. Infine il Maestro Venerabile conclude dicendo: “Che questo liquido che da dolce è diventato amaro sia per voi il simbolo dell’amarezza e dei rimorsi dai quali sarebbe invaso il vostro cuore se lo spergiuro avesse sfiorato le vostre labbra”.

Coprire il Tempio: Espressione massonica impiegata nel corso dei Lavori Rituali, indicante l’uscita dal Tempio.

Copritore Esterno: I rituali massonici prevedono che un Fratello prenda posto fuori dalla porta della Loggia e, armato di una spada, tenga lontani eventuali profani che intendessero entrare nel Tempio. È Ufficiale di Loggia, denominato anche Tegolatore, in quanto ha anche il compito di verificare la regolarità dei Fratelli visitatori che richiedessero di accedere ai Lavori.

Copritore Interno: Ufficiale di Loggia, avente la funzione di controllo del livello qualitativo dei Lavori. Il C.I. è munito di una spada e di una chiave, strumenti impiegati nel compito di Copertura della Loggia

Delta Luminoso: Nella simbologia massonica è il sacro simbolo dell’Assoluto, nella sua completezza, l’emblema del principio costruttivo di tutti gli organismi. Rappresenta lo schema dell’Essere nella molteplicità infinita delle sue manifestazioni. É costituito da un triangolo equilatero, posizionato con il vertice in alto, con al suo centro un occhio oppure il nome del G.A.D.U. (v.) in lettere ebraiche. Il D. viene posto al centro della parete orientale del Tempio massonico, tra il Sole e la Luna, al di sotto della scritta A.G.D.G.A.D.U., ed è di norma illuminato. Il triangolo è il principale, il maestro dei simboli massonici, ed il suo significato è profondo.

Diacono: Termine derivato dal greco diaconoz, inserviente. Il Primo ed il Secondo D. assistono rispettivamente il Maestro Venerabile ed il Primo Sorvegliante durante i Lavori di Loggia (Art. 41 del Regolamento dell’Ordine). Sono detti D. i due ufficiali di Loggia che, nel rituale Simbolico, prendono posto alla destra del Maestro Venerabile (Primo D.) ed alla destra del Primo Sorvegliante (Secondo D.).

Dignitari di Loggia: (G.O.I.) I Dignitari e gli Ufficiali Loggia coadiuvano il Maestro Venerabile nella conduzione della Loggia. Durano in carica un anno e sono rieleggibili. Possono essere eletti Dignitari i Fratelli che abbiano un’anzianità nel Grado di Maestro di almeno un anno. Il Segretario deve aver maturato la stessa anzianità. Sono Dignitari di Loggia: il Primo Sorvegliante; il Secondo Sorvegliante, l’Oratore; il Tesoriere ed il Segretario. Gli Ufficiali di Loggia sono quelli legittimati dalle tradizioni e, come il Segretario, sono nominati dal Maestro Venerabile.

Doveri del Libero Muratore: (G.O.I.) I Liberi Muratori devono osservare gli Antichi Doveri, ed essere fedeli alla tradizione dell’Ordine Massonico Universale, sempre comportandosi da buoni e leali cittadini, rispettosi della carta Costituzionale della Repubblica Italiana e delle leggi che alla stessa si conformino; essi sono reciprocamente impegnati alla ricerca esoterica, all’approfondimento iniziatico ed alla proiezione dei valori muratori nel mondo profano.

Eggregoro: Termine derivato dal greco egregorien, vegliare, impiegato per la prima volta nell’apocrifo Libro di Enoch, dove designa certe entità sovrumane dal carattere piuttosto enigmatico. In tale accezione starebbe a significare colui che veglia. Altre implicazioni si hanno nel suo impiego moderno, introdotto da Eliphas Levi, che diede alla parola la dubbia origine latina di grex, gregge, per cui l’E. starebbe ad indicare un qualsivoglia psichismo collettivo.

Elementali: Aggettivo derivato dal termine Elementi (v.), quindi definente e qualificante caratteristiche o doti di qualcosa in qualche modo connesso ai quattro Elementi primordiali della Tradizione esoterica, ovvero Terra, Acqua, Aria e Fuoco.

Elementi: Fin dall’antichità (v. Anassimene) i quattro E. naturali sono la Terra (solido), l’Acqua (liquido), l’Aria (gassoso) ed il Fuoco (elemento trasformatore della materia). Nel Rituale d’Iniziazione all’Apprendistato, la Massoneria vede nel Gabinetto di Riflessione (v.), con la sua oscurità e le decorazioni simboliche funeree, la Terra in cui è relegato l’uomo.

Esoterismo: Termine indicante genericamente le dottrine di carattere segreto i cui insegnamenti sono riservati agli adepti, ai quali è riservata la possibilità della rivelazione della verità occulta, del significato nascosto. L’E. si contrappone all’Occultismo e soprattutto all’essoterismo (o exoterismo).

Etica: Parte della filosofia che si occupa delle azioni e del comportamento dell’individuo in rapporto con la società e con se stesso. L’E. ha per oggetto la determinazione della condotta umana e la ricerca dei mezzi atti a concretizzarla. La Libera Muratoria considera E. l’insieme delle regole e dei principi morali e comportamentali compresi nella Costituzione e nei Regolamenti dell’Ordine, e dibattuti nel corso delle Tornate di Loggia.

Figli della Vedova: Termine usato per identificare i Massoni, risalente alla leggenda della costruzione del tempio di Gerusalemme all’epoca di re Salomone, allorché Hiram, figlio di una vedova e di un fabbro, venne ucciso perché in possesso della Parola Sacra (v.), che sintetizzava e nascondeva ai profani i segreti dell’Arte muratoria.

Framassone: Termine probabilmente derivato da franchezza, che nel Medioevo indicava alcuni gruppi di maestri di mestiere, oppure da Freestone (pietra tenera), oppure ancora dal francese antico franchopere (ottima qualità). Secondo il Francovich (Storia della Massoneria Italiana, Ediz. La Nuova Italia, Firenze, 1974) i termini di “freemasons” (1376) e di “masonfree” (1381), che ricorrono in vari documenti inglesi del tempo, originarono poi il termine francese di “francmaçons” nonché quello italiano di F. o, più correttamente di “Libero Muratore”. Tutti termini derivati dallo spostarsi dei membri delle corporazioni medievali (v. Maestri Comacini) da una parte all’altra dell’Europa. Tali trasferimenti erano favoriti anche dal fatto che almeno fin dal XIV secolo le confraternite dell’arte muratoria avevano ottenuto dalla Chiesa l’affrancamento dai tributi e dalla soggezione alle autorità locali

Fratellanza: Sinonimo di confraternita, è un termine usato nelle associazioni di mestiere medievali ed in taluni ordini religiosi. Definisce tuttora associazioni o società ad orientamento umanitario, filosofico o religioso. É attributo primario della Libera Muratoria, i cui membri si dichiarano l’un l’altro Fratelli fin dal 1774, anno della relativa deliberazione adottata dal Grande Oriente di Francia. F. è sinonimo di Fraternità (v.) e fa parte del Trinomio (v.) muratorio.

Fratelli: Secondo l’Art. 2 della Costituzione del G.O.I., «I Liberi Muratori della Comunione italiana si considerano e si chiamano vicendevolmente F., indipendentemente da ogni differenza di origini, di credenze e di condizioni sociali; si devono, reciprocamente, insegnamento ed assistenza entro i limiti del giusto e dell’onesto; si riuniscono e lavorano nelle Logge (v.), e contraggono i propri impegni massonici sul proprio onore e sulla propria coscienza».