Attività

SOLIDARIETÀ E CULTURA PER IL MIGLIORAMENTO DELL’UMANITÀ

 

I massoni affermano di lavorare “per il bene ed il progresso dell’umanità”.

 

Non abbiamo la pretesa di dissolvere ogni dubbio in merito a tale affermazione, ma solo portare a conoscenza di tutti come, in passato e attualmente, alcuni Fratelli abbiano operato e operino per la concreta traduzione nella vita quotidiana di questi principi, molto spesso in forma quasi del tutto anonima, limitandoci, per brevità, al Piemonte e alla Valle d’Aosta.

 

Qualche breve cenno storico.

 

Nella seconda parte del 1800, i massoni torinesi fecero propri due principi basilari delle antiche corporazioni muratorie: insegnamento e solidarietà, concepiti non solo come beneficenza e filantropismo.

L’insegnamento e la solidarietà, che nelle corporazioni medievali erano riservate solo ai propri membri, vennero, di pari passo con il passaggio dalla massoneria “operativa” a quella “speculativa”, indirizzati verso la società esterna, o profana, in nome del progresso e della scienza. Questa ispirazione filantropica ed allo stesso tempo pedagogica, trovò un terreno fertile nelle logge torinesi, che iniziarono a metterla in pratica non appena si trasformarono da organi dirigenti nazionali a semplici officine libero muratorie nel1865, quando vi fu lo spostamento del ruolo di capitale d’Italia da Torino a Firenze.

In questa fase storica emerse il ruolo della massoneria subalpina nel progetto complessivo di costruzione di una morale e di un associazionismo laico da contrapporre alla forte presenza, in campo sociale e assistenziale, del mondo cattolico

Nella prima metà degli anni 1880 Secondo Laura fondò, con il contributo decisivo delle logge torinesi, il primo ospedale infantile d’Italia, il Regina Margherita, che avrebbe avuto un grande sviluppo e mantiene tuttora la sua importanza e le sue essenziali funzioni. Un’altra impresa che vide la presenza in prima fila di diversi massoni torinesi fu l’Esposizione Nazionale Industriale Artistica del 1884, iniziativa determinante per la ripresa morale ed economica della città, ideata in funzione di un progetto teso a “mostrare il progresso”, obiettivo non esclusivamente massonico bensì frutto di una convergenza con il pensiero positivista particolarmente sviluppato a Torino

Dalla fine degli anni ’80 ai primi anni del Novecento le iniziative filantropiche dei massoni si moltiplicarono: nacquero l’Istituto nazionale per le figlie dei militari, L’Istituto per i rachitici, la Colonia agricola Bonafous, le Cucine popolari e i Bagni popolari; la Casa Benefica per i giovani derelitti, ; la Società per gli asili notturni; la Società torinese per Abitazioni popolari.

In campo culturale e pedagogico va ricordato il Museo nazionale del Risorgimento; la Dante Alighieri per la difesa della cultura italiana; l’Università Popolare e l’associazione studentesca universitaria Corda Fratres. Creazioni massoniche furono l’Associazione nazionale italiana per l’istruzione, e le Scuole Officine Serali per la formazione degli operai specializzati. Non vanno dimenticate inoltre altre iniziative come la Società protettrice degli animali,  la sezione torinese della Lega internazionale della pace e della libertà  e la Società per l’Arbitrato e per la Pace.

Un’iniziativa innovativa, trasformata in realtà dai massoni, in quella che stava diventando la città dell’automobile fu la Croce Verde, creata nel 1907, presieduta da Cesare Lombroso ed il cui Consiglio direttivo era composto totalmente da massoni, associazione volontaria finalizzata agli interventi accelerati di soccorso e di trasporto, particolarmente nei casi d’infortunio sul lavoro. L’ultimo, ma non per importanza, tassello di una rete associativa “dalla culla alla tomba” fu la Società per la cremazione fondata nel 1882.

Con il suo progressivo radicamento nella società torinese l’associazionismo laico e massonico si trovò rapidamente in diretta concorrenza con quello cattolico, compromettendo ancor di più le relazioni già quasi inesistenti con la Chiesa cattolica.

Una particolare attenzione pertanto deve essere riservata all’attività antimassonica dei cattolici – molto intensa dopo l’enciclica di Leone XIII Humanum Genus 16 – portata avanti attraverso l’impegno della sezione torinese dell’Unione antimassonica, la “Rivista antimassonica”, il quotidiano subalpino “L’Italia reale” e soprattutto la rivista “La democrazia cristiana in difesa dei figli del popolo” che pubblicò la rubrica “Pantheon giudaico massonico”, particolarmente virulenta nei confronti dell’ebraismo, considerato unitamente alla massoneria, «agente del liberalismo». Notizie su quella che era definita «empia setta eminentemente occulta e tenebrosa, l’orrido dragone che suggerisce ogni male o l’abominevole setta di perdizione» appariranno frequentemente su queste riviste condannando in ogni momento il ruolo della massoneria nella costruzione di una morale e di una società laica

 

Al termine di questo breve excursus su quanto avveniva poco più di cento anni, qualche breve cenno descrittivo su alcune iniziative delle iniziativre citate.

 

ASILI NOTTURNI

L’ente morale Asili Notturni Umberto I, con sede in Via Ormea 119 a Torino, nasce nel 1886 per volontà di un gruppo di massoni desiderosi di aiutare gratuitamente una parte dell’umanità emarginata e sofferente.

Gli Asili Notturni ospitano, ogni anno, oltre 1000 persone offrendo loro:

-un letto a 16 persone, ogni sera;

-ambulatori medici che si avvalgono della presenza di medici volontari, che effettuano in loco visite mediche e prelievi di sangue, per il controllo delle principali patologie infettive;

-tre ambulatori dentistici con 12 dentisti che si alternano;

-un ambulatorio oculistico con tre oculisti;

-un consultorio psicologico;

-una mensa calda gratuita, aperta sette giorni alla settimana, che fornisce circa 50.000 pasti caldi all’anno. Giusto per pura informazione, attualmente a Torino distribuiscono pasti caldi solo gli Asili Notturni ed il Convento dei Frati Cappuccini;;

-un servizio di distribuzione abiti, per permettere agli ospiti un abbigliamento decoroso e la possibilità di affrontare nel miglior modo possibile i rigori dell’inverno e le molte ore di esposizione al freddo durante la giornata;

-corsi specializzati per aiutare chi sia alla ricerca di una riqualificazione professionale. A puro titolo di esempio,  a settembre 2013 è iniziato un Corso di Elementi di assistenza alla poltrona, promosso e voluto dagli Asili, mentre nel gennaio 2013 si è tenuto il Corso sull’utilizzo della tecnologia sonica in odontoiatria.

www.asilinotturni.org/

 

PICCOLO COSMO

Il “Piccolo Cosmo” è un’Associazione iscritta nel Registro Regionale delle O.N.L.U.S. ideata e realizzata dall’impegno e dal grande senso morale ed umano degli Asili Notturni, delle Scuole Officine Serali e dell’Università Popolare di Torino.

Un progetto di solidarietà che intende offrire ACCOGLIENZA GRATUITA agli AMMALATI e ai loro FAMILIARI, con scarse possibilità finanziarie, che devono recarsi negli Ospedali della nostra città per ricevere l’assistenza sanitaria.

La struttura è corredata da mini alloggi completamente arredati completi di bagno, da una cucina e una lavanderia comuni, da saloni di ricreazione, oltre a tutte le attrezzature necessarie ai portatori di Handicap.

Il “Piccolo Cosmo”, nel suo complesso, risulta essere la più grande struttura italiana interamente gratuita per l’accoglienza degli ammalati curati negli Ospedali della città di Torino e dei loro familiari.

L’intera struttura è composta da due sedi:

una Sede Principale in Via Cosmo 9 – in una palazzina di tre piani – con 16 mini alloggi disponibili ed una Sede Secondaria con altri 15 mini alloggi al secondo e terzo piano di Via Ormea 119.

http://www.piccolocosmo.it/

 

FONDAZIONE UNIVERSITA’ POPOLARE di TORINO

Nella prima metà del secolo XIX un gruppo di persone che avevano come scopo principale della loro vita la cultura, si riunì in un’associazione denominata “Società di Cultura” con sede nella vecchia Galleria Nazionale dell’antica Via Roma in Torino.

I creatori di tale Società, consapevoli che la vita morale dell’individuo richiede particolari cure, rivolsero la loro attenzione all’istruzione di chi per varie ed ovvie ragioni non aveva potuto completare o approfondire gli studi. Purtroppo tale Società si spense per mancanza di aiuti finanziari.

Tuttavia alcune persone che facevano parte della “Società di Cultura” anche se anagraficamente diverse, ma unite spiritualmente ed intellettualmente, consapevoli che la cultura deve essere messa, nella misura possibile, alla portata di tutti coloro che sono desiderosi di sapere e di apprendere e che c’era l’esigenza di integrare un’istruzione principale quasi sempre incompleta, ritennero necessario per il bene dei cittadini torinesi fondare “l’Università Popolare”.

Appoggiò e favorì l’iniziativa il Rettore Magnifico dell’Università di Torino il Prof. Angelo Mosso che mise a disposizione per i corsi annuali di lezioni e conferenze ampi locali nell’edificio di Via Po n. 17.

Nacque così nel 1900 a Torino la prima Università. L’Università svolse felicemente il suo compito con illustri docenti fino al 1930 quando il governo fascista decretò di trasformarla in “Istituto di cultura fascista”.

I fondatori ritenendo giusto che la loro Istituzione conservasse il suo carattere apolitico e apartitico non accettarono di diventare strumento di un’ideologia distruttrice di ogni libertà di pensiero e preferirono sospendere ogni attività.

Solo dopo il secondo conflitto mondiale nel 1946 alcuni amici dell’Istituzione ricordando bene l’opera svolta dall’Università Popolare si rivolsero al Rag. Donato Bachi, che era stato tesoriere segretario, unico superstite dei tre fondatori, il quale accettò l’incarico di riaprire l’Università Popolare di Torino, appoggiato dal Rettore Magnifico dell’Università Statale Prof. Mario Allara, nominato Presidente onorario dell’Università Popolare.

Dal Rettore Magnifico furono concessi i locali in Via Carlo Alberto n.10, sede della facoltà di Matematica e Scienze naturali, ove l’Università Popolare ha sede tuttora.

Il Dr. Eugenio Boccardo, attuale Presidente onorario dell’Università Popolare, come i suoi predecessori non esita a dedicare volontariamente il tempo libero concessogli dalla sua professione di medico, allo sviluppo ed incremento dell’Università Popolare.

Un ristretto numero di volontari, consci che l’istruzione è elemento essenziale dell’esistenza dell’individuo e sorgente di bene, con pari entusiasmo e fervore dal 1989 ad oggi coadiuvano e affiancano il Presidente Dr. Boccardo nell’attività dell’Università Popolare.

Questo gruppo omogeneo opera all’unisono con il Presidente e attraverso un’oculata amministrazione manageriale, senza aiuti pecuniari, affronta le spese ordinarie, non dimenticando, le evoluzioni verificatesi in ogni campo della società moderna, aggiornando i programmi dell’Università Popolare anno dopo anno.

Il 14 Aprile 2006 l’Associazione Università Popolare di Torino si è trasformata in Fondazione Università Popolare di Torino Onlus.

Attualmente i corsi sono 103 seguiti da 80 Docenti, gli iscritti superano le 4.200 unità.

Essendo questa Associazione prima e Fondazione poi, no profit, l’eventuale rimanenza attiva, viene, per Statuto, devoluta in beneficenza.

http://www.unipoptorino.it/

 

SOCREM

L’ idea di costituire a Torino una società per la diffusione della pratica di cremazione risale al periodo in cui la città si afferma come uno dei centri irradiatori, a livello europeo, del pensiero scientifico – positivista.

Confortata da una raccolta di 3000 firme, la Società per la Cremazione di Torino nasce il 6 aprile 1883, e nomina suo primo presidente Ariodante Fabretti. La sua figura carismatica rappresenta all’interno del progetto cremazionista una tradizione laica che affonda le sue radici nel processo risorgimentale e nel mondo del libero pensiero. Nel 1886 viene stipulata la prima convenzione con il Comune di Torino per la concessione dell’area del Tempio Crematorio presso il Cimitero Monumentale e per l’esercizio della cremazione. All’inaugurazione ufficiale del Tempio, tenutasi il 17 giugno 1888, partecipano ben 43 società e associazioni popolari, nonché una folta rappresentanza istituzionale.

La Società per la Cremazione viene eretta Ente Morale con Regio Decreto del 25 febbraio 1892. Dopo la morte di Ariodante Fabretti, avvenuta nel 1894, assume la presidenza Tommaso Villa, massone, (1895-1901), prestigioso avvocato del Foro torinese, Ministro dell’Interno e poi di Grazia e Giustizia e Culti e successivamente .Presidente della Camera dei Deputati, Presidente delle Esposizioni di Torino e infine Senatore del Regno

L’attività della SOCREM di Torino prosegue ininterrottamente anche durante il ventennio fascista, nonostante le difficoltà finanziarie, le restrizioni delle libertà imposte dalla dittatura, l’opposizione alla pratica della cremazione da parte della Chiesa cattolica, i vincoli del Concordato tra la Chiesa e lo Stato, fino agli anni bui della seconda guerra mondiale, che rendono difficoltosa anche solo l’organizzazione delle assemblee e la partecipazione dei Soci, a causa delle incursioni aeree e degli sfollamenti.

È proprio in quegli anni che si registra un relativo ampliamento della base sociale: sono operai, artigiani, appartenenti ai ceti popolari a scegliere la cremazione, spesso anche come manifestazione d’opposizione al regime (almeno per quanto emerge dalle testimonianze raccolte in ambienti antifascisti, in una sorta di trasmissione generazionale ininterrotta che coinvolge padri e figli).

Il mantenimento, pur con grandi rischi, dei funerali civili accompagnati dalla cremazione, è uno dei connotati che in quel periodo contraddistinguevano un antifascismo più esistenziale che politico.

L’idea cremazionista riceve un impulso anche per la svolta operata dalla Chiesa. Nel 1963, infatti, il Santo Uffizio abolisce definitivamente il divieto alla cremazione, con questa motivazione: «L’abbruciamento del cadavere, come non tocca l’anima e non impedisce alla onnipotenza divina di ricostruire il corpo, così non contiene, in sé e per sé, l’oggettiva negazione di quei dogmi».

I profondi mutamenti avvenuti all’interno della società italiana, con il passaggio ad un’economia fortemente industrializzata e l’esodo massiccio verso le aree metropolitane del nord, attribuiscono un’ulteriore forza al processo di modernizzazione e laicizzazione dei costumi e della cultura. I segni di questa svolta sono visibili anche nel progressivo incremento del numero delle persone che, tra gli anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta, si iscrivono alla SOCREM (nel 1988 i Soci superano le 13.000 unità, con circa 600 cremazioni all’anno). Nel 1990 assume la presidenza Luciano Scagliarini, che ha mantenuto la carica ininterrottamente fino a giugno 2001. In questi anni l’attività della SOCREM è segnata da uno sviluppo.

Tra il 1990 e il 2001 il numero dei Soci si triplica, raggiungendo quota 37.000. Nel 2000 le cremazioni dei residenti a Torino hanno rappresentato il 23% dei funerali destinati ai cimiteri cittadini. Nel 1991 la città di Torino, per sottolineare l’importanza dell’opera svolta dalla SOCREM, conferisce alla Associazione il Sigillo d’argento, a testimonianza delle benemerenze civiche acquisite nel corso di oltre 100 anni di attività “a favore della cittadinanza torinese, in proficua collaborazione con la Civica Amministrazione”.

I notevoli mutamenti avvenuti all’interno della società italiana nell’ultimo decennio del Novecento hanno determinato un forte processo di modernizzazione e di trasformazione dei costumi. Questo processo è certamente dovuto all’azione delle Civiche Amministrazioni ma anche al movimento cremazionista italiano ed in particolare all’azione della SOCREM di Torino, che fin dal 1991 ha puntato sulla cultura, dando vita a numerose iniziative. La storica associazione si è dotata di mezzi di intervento e di comunicazione, decidendo di operare anche nel settore della divulgazione culturale e scientifica in vari modi quali la pubblicazione di libri e opuscoli, la realizzazione di convegni, conferenze, dibattiti, concerti, rappresentazioni, manifesti murali, ecc.

Nel 1995 la SOCREM pubblica la rivista CONFINI e il notiziario SOCREM NEWS, che nel 2000 raggiungono 37.000 copie di tiratura, e che vengono distribuiti gratuitamente ai Soci. La rivista è una fonte preziosa di informazioni sul panorama cremazionista italiano e il notiziario è un canale di comunicazione tra i Soci e la loro organizzazione.

Nel 1999 la SOCREM fa confluire il suo Centro Studi nella Fondazione Ariodante Fabretti, costituita con l’Università di Torino, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino e il Comune di Torino. Questa Fondazione è attualmente un punto di riferimento – a livello europeo – sulla morte e i riti funebri nella società contemporanea.

http://www.socremtorino.it/

 

OSPEDALE REGINA MARGHERITA

1880-1883: nasce il Regina Margherita, primo vero ospedale infantile d’Italia.

Fondatore ne fu il medico Secondo Laura, l’inaugurazione ufficiale si svolse il 9 dicembre 1883, ma l’edificio ospedaliero si veniva ultimato verso il 1901. Sotto la spinta di una domanda crescente di prestazioni e del progresso medico esso fu oggetto di continui ampliamenti ed ammodernamenti.

Sul finire degli anni venti della struttura fanno parte oltre alle Sezioni di Medicina e Chirurgia e alla Sala di pronto soccorso, un Istituto radiologico ed elettroterapico, un Laboratorio di ricerche clinico-chimiche e un Laboratorio elettro-diagnostico. Da tempo sono pure annessi all’ospedale il Padiglione per la R. Clinica Pediatrica Universitaria nonché un Dispensario ed un Consultorio per lattanti.

Negli anni trenta compaiono pure la “Guardia medica permanente” e il “Refettorio Materno”. Dopo la seconda guerra mondiale il Regina Margherita crea al proprio interno reparti di altissima specializzazione tuttora operativi come il “Centro Immaturi”, il “Centro di Assistenza per cardiopatici congeniti”, e quelli di “Medicina Nucleare” e di “Ricerche Virologiche”, ai quali è affiancato il “Servizio di Neuropsichiatria Infantile”.

Questa storia ormai più che secolare è, soprattutto, una storia di uomini, in primis di medici che hanno dedicato la propria vita a curare i bambini.

http://it.wikipedia.org/wiki/Ospedale_Regina_Margherita_%28Torino%29

 

CROCE VERDE

La Croce Verde, una pagina di storia torinese, nasce nel 1907 per opera di generosi soci fondatori e diventa subito operativa per la pronta adesione di un nucleo di Militi Volontari.

Lo scopo: soccorrere gli infortunati e gli ammalati.

Primo presidente, sia pure per breve tempo, il celebre criminologo Cesare Lombroso. Nel 1908 il terremoto distrugge Messina: la Croce Verde è presente nell’opera di soccorso.

La si ritrova impegnata durante la prima grande guerra, sia nelle retrovie del fronte che in città dove, nei pressi del Ponte Mosca, allestisce un ospedale da campo finalizzato all’accoglienza e la cura dei militari feriti reduci dai campi di battaglia. Nel 1914 l’Associazione è eretta in Ente Morale con Regio Decreto.

Dopo il conflitto la Croce Verde sviluppa la propria attività; i Volontari sono sempre più numerosi. Si costituisce anche la squadra di montagna per il soccorso degli infortunati sulle stazioni sciistiche piemontesi.

Con l’avvento del fascismo, contrariamente a quanto avviene per altre Croci, l’Associazione resiste allo scioglimento e conseguente incorporazione nella CRI, ma viene tuttavia commissariata.

Malgrado la scarsità dei mezzi, in gran parte requisiti dalle Autorità, e del carburante, l’ultimo conflitto vede l’Ente ancora una volta impegnato nel soccorso dei feriti durante i bombardamenti.

Per l’occasione vengono rimessi in servizio i “carri di volata”; vale a dire le barelle montate su ruote e sospinte a mano (l’ultimo esemplare è esposto nell’ingresso dell’attuale Sede).

A Liberazione avvenuta l’Ente viene insignito della Medaglia d’Oro al Merito della Resistenza da parte dell’ANPI. Nel dopoguerra si amplia l’attività e la si specializza maggiormente.

Ancora calamità naturali sconvolgono il paese: l’alluvione del Polesine, quella di Firenze, il terremoto in Sicilia, nel Friuli e in Basilicata trovano i Volontari pronti a portare aiuti alle popolazioni colpite.

La Croce Verde viene inserita nel sistema che razionalizza gli interventi per arrivare infine ai giorni nostri dove l’Ente contribuisce notevolmente all’attività del neonato 118.

Negli ultimi venti anni ha operato anche con il servizio di Guardia Medica 5747, fornendo mezzi e operatori dipendenti e volontari, ha organizzato il servizio di Guardia Medica Pediatrica e fornisce la struttura per la realizzazione della Guardia Medica Psichiatrica.

http://www.croceverde.org/

 

Quanto precede può non soddisfare la curiosità di coloro che si chiedono cosa fanno i Massoni quando si riuniscono nelle loro Logge. La risposta è semplice “lavorano al proprio perfezionamento” in modo da sempre meglio contribuire al bene e al progresso dell’umanità.

 

Nel corso delle nostre riunioni a turno ciascun di noi prepara una breve relazione su un tema specifico e al termine della esposizione gli altri membri della Loggia forniscono il loro contributo. Con riferimento al mondo del lavoro questo modo di operare potrebbe essere paragonato al così detto “brain storming”.

 

In prevalenza il nostro brain storming verte sui valori fondati della Massoneria quali Fratellanza, Libertà, Uguaglianza, Tolleranza, Discrezione e Amore.

 

Altre volte le conversazioni hanno qualche attinenza con l’esterno aprendo spiragli sul mondo della cultura e della storia che possano riferirsi, in senso lato, all’Istituzione. I valori che stanno sotto alcune manifestazioni artistiche, naturali e storiche ci hanno, forse, aiutato a capire meglio i fondamenti della cultura massonica, le cui radici sono così diffuse e ramificate da poter permettere confronti, praticamente, in qualsiasi branca dello scibile.

 

I temi affrontati nei nostri incontri mirano ad unire e affratellare e pertanto non si parla mai di politica e di religione.