Costantino Nigra

Biografia di Costantino Nigra

Foto di Costantino Nigra

Foto di Costantino Nigra

Nato a Villa Castelnuovo, oggi Castel Nuovo Nigra (TO), nel 1828 e morto a Rapallo (GE) nel 1907. Laureatosi in Giurisprudenza all’Università di Torino nel 1851, dopo aver partecipato come volontario nell’esercito sardo alla guerra d’indipendenza del 1848 – 1849 entrò al Ministero degli Esteri e diventò subito dopo segretario del Presidente del Consiglio Massimo d’Azeglio. Le sue doti d’intelligente operosità furono assai apprezzate anche dal successore di D’Azeglio, Cavour che ne fece uno dei suoi più stretti collaboratori. Nigra seguì così Cavour nel viaggio d’accompagnamento del Re Vittorio Emanuele II a Parigi e a Londra (1855) e nel 1856 fu il suo Capo di Gabinetto al Congresso di Parigi, nel corso del quale Cavour riuscì a far inserire nelle discussioni il problema italiano. Assai gradito all’imperatore francese Napoleone III e all’imperatrice Eugenia dopo il congresso fu l’intermediario fidato tra l’imperatore e Cavour e condusse con successo le trattative segrete che portarono al convegno di Plombières (1858) dove si gettarono le basi dell’alleanza franco – piemontese e della successiva guerra d’indipendenza nel 1859. Incaricato d’affari a Parigi dall’inizio del 1860. Dopo aver condotto le trattative per la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia, fu inviato da Cavour a Napoli come Primo Ministro delle Province Meridionali presso il Luogotenente Generale Principe di Carignano (gennaio – maggio 1861). Tornato a Parigi come Ministro Plenipotenziario, nell’anno 1870, scoppiata la guerra franco – prussiana, si oppose al ventilato intervento italiano a fianco della Francia, nonostante la sua amicizia con Napoleone III. Passò nel 1876 a Pietroburgo, nel 1882 a Londra e in seguito a Vienna. Nel 1890 fu nominato senatore. Nel 1904 si ritirò a vita privata.

Costantino Nigra lasciò una copiosa produzione letteraria comprendente tra l’altro il poemetto “La rassegna di Novara” (1861), ispirato allo stile di Prati e Aleardi e una raccolta di “Idilli” del (1893) che assimila i temi della poesia sociale.

Ancora più rilevante fu la sua attività di filologo e dialettologo: tradusse e pubblicò in edizione critica due poemetti di Callimaco “La chioma di Berenice” nel (1891) e “Inni su Diana e lavacri di Pallade” nel (1892), scrisse importanti saggi sulla “Fonetica del dialetto di Val Soana” (1878) e sul “Dialetto di Viverone” (1901). Oltre alla pubblicazione delle “Rappresentazioni popolari piemontesi” in collaborazione con Delfino Orsi (1894 – 1896) gli si deve la raccolta di gran valore filologico “Canti popolari del Piemonte” (1888).

Il Massone Costantino Nigra

Secondo quanto riportato da Enrico Foschi nel volume “La Massoneria nella storia politica d’Italia” esiste prova, contenuta negli archivi del GOI, che Costantino Nigra fu iniziato alla Libera Muratoria nella Loggia Ausonia il 4 febbraio 1860. Nello stesso archivio risulta che Costantino Nigra fu Gran Maestro. L’elezione di Costantino Nigra, al momento ambasciatore del Re d’Italia a Parigi, avvenne nel corso di un’Assemblea Costituente convocata dalla Loggia AUSONIA a Torino dal 26 dicembre 1861 al 1 gennaio 1862. All’Assemblea parteciparono 21 officine di Roma, Ascoli, Bologna, Cagliari, Firenze. Genova, Livorno (2), Messina, Mondovì, Macerata, Pisa, Milano, Tunisi (2), Torino (4) Il Cairo e Alessandria d’Egitto (2). Il nome di Costantino Nigra candidato alla Gran Maestranza provocò un incremento prodigioso di Logge e d’iniziati. Avuta notizia delle proposte che si volevano portare alla Costituente Massonica di Torino, Costantino Nigra, già il 22 novembre si era affrettato a scrivere “al Reggente e agli onorevoli dignitari del Grande oriente Italiano”: “Ho ricevuto la vostra spedizione del 29 novembre. Poco prima ebbi una tavola della Loggia di Pisa. Da questi documenti emergono due fatti:

1- che la mia nomina ha sollevato per parte di qualche Loggia, almeno per parte di quella di Pisa, delle difficoltà e dei dubbi intorno alla sua legalità; 2- che è desiderio generale delle Logge che si convochi una costituente Massonica.

Ora – proseguiva Nigra – perché il Grande Oriente Italiano possa solidamente costituirsi, disciplinarsi e funzionare, è necessario che l’autorità del Gran Maestro sia universalmente riconosciuta e rispettata”. Ed aggiungeva: “Dal momento che si ammette una costituente, nulla si può sottrarre alle sue determinazioni”.

Costantino Nigra consigliava poi al reggente Govean di “ritardare” a dopo la conclusione dei lavori della Costituente Massonica, “la comunicazione ai Grandi Orienti Esteri dell’istituzione del Grande Oriente Italiano e la nomina del Gran Maestro definitivo”.

Però precisava, “se occorrono per caso le comunicazioni col Grande Oriente di Francia, sappiano che mi farò premura di procurarle benché non rivesto dell’alta qualità di cui vollero onorarmi”.

Il Commendatore Costantino Nigra, infatti, rinunciava alla Gran Maestranza con la finezza propria dell’ambasciatore del re a Parigi: “Rinunziando alla Gran Maestranza rendo alla Massoneria Italiana, riunita in Assemblea costituente, l’omaggio che le è necessariamente dovuto”. Seguiva un suggerimento politico: “ Vi prego di tener per buona la mia rinunzia. Tuttavia se credete che essa debba essere notificata solamente all’epoca della riunione della Costituente vi autorizzo a farlo”.

Suggerimento certamente dettato da una sottile rivalsa contro quelle Logge, tra le quali quella di Pisa, che si erano dichiarate contrarie ad eleggere alla Gran Maestranza un “esponente della politica italiana nei suoi rapporti con l’Imperatore Luigi Napoleone; e tanto più che la nomina stessa, si diceva, consigliata dal Conte Cavour”.

Il 26 dicembre di trent’anni più tardi quando il Gran Maestro Nathan scrisse a Costantino per avere una sua fotografia dalla quale trarne un disegno da collocare tra quelli dei Fratelli illustri esposti nel salone di Palazzo Giustiniani, il commendatore Nigra rispose con la seguente lettera:

“Vienna 28 aprile 1899. Stimatissimo signore, …… io ricordo benissimo che il compianto mio amico, Felice Govean, aveva proposto la mia nomina a Gran Maestro della Massoneria Italiana, dopo la morte del Conte di Cavour a cui egli aveva avuto il pensiero di far conferire quella carica, indotto dall’esempio dell’Inghilterra dove, la carica stessa era stata conferita al Principe di Galles”. “Ma io non accettai e non ebbi mai l’onore che Ella mi attribuisce, di aver diretto in qualsiasi momento la Massoneria italiana, ne feci mai la professione di Massone”. “La fotografia della mia modesta persona, non ha perciò alcun titolo per figurare nel salone del consiglio che ella presiede”. “Voglia gradire la mia distintissima osservanza, Nigra”.

V’è in ogni modo chi, non senza fondamento, osserva che “la frase utilizzata dal Nigra sia molto ambigua” nel precisare di non avere fatto “mai la professione di fede di Massone”. Una precisazione che non escluderebbe la sua affiliazione alla Libera Muratoria.

Nella sua lettera, Costantino Nigra rivela che il “Fratello Govean aveva ideato un Grande Oriente Italiano nel quale si dovevano fondere Logge Massoniche diverse per realizzare, come in Francia, un’organizzazione Massonica NAZIONALE sostenitrice e al servizio dell’Istituzione politica (Casa Savoia) onde fondere il potere Massonico con quello dello Stato, come in Inghilterra.

Nigra, infatti, dice la verità quando scrive a Nathan di non aver mai “diretto” la Massoneria italiana. Nella sua lettera del 22 novembre 1861 al Reggente Govean, egli sosteneva addirittura “che perché una Costituente Massonica si riunisca e possa deliberare con completa libertà d’azione, è necessario che non sia inceppata da un’autorità superiore”. Parole che non esprimono soltanto il pensiero di un sincero democratico, ma qualcosa di più. Molto di più …. Massonico. Nigra, inoltre, sostiene di non avere mai fatto la “professione di Massone”. Ed anche in questo caso afferma la verità non nel senso di non essere affiliato alla Massoneria, ma nel senso di non aver mai dichiarato apertamente di essere un Libero Muratore.

Che poi fosse affiliato ai FIGLI della VEDOVA, non c’è alcun dubbio quando si riflette che egli si mette a disposizione dei “Fratelli Govean ed altri, per procurare loro Statuti e possibilità di “comunicare” con i Grandi Orienti esteri e con il Grande oriente di Francia, in particolare. Ovvero, si metteva a disposizione dei “Fratelli” italiani per metterli in relazione, scambiare punti di vista, ottenere suggerimenti, diffondere e ricevere consigli da Liberi Muratori d’altri paesi.

Nigra, dunque, era certamente un Libero Muratore rispettoso e osservante del “segreto” Massonico e dell’Istituzione Massonica la quale, era la sua ferma convinzione, doveva essere lasciata nella “pienezza del suo potere, perché l’eserciti a vantaggio dell’Italia e dell’umanità e conformemente ai grandi principi della libertà. Una lezione per quanti, soprattutto politici, anche in quell’epoca mancavano al dogma Massonico del “segreto”.

Fin qui gli elementi raccolti. Sia però consentito di concludere con una riflessione. Non è noto se i Fratelli che oltre cinquanta anni or sono si riunirono per richiedere la fondazione di questa Loggia furono ispirati nella scelta della denominazione dalle origini “Canavesane” di Costantino Nigra, dal suo pensiero o da entrambe le motivazioni. Non è noto, per gli elementi conoscitivi sino ad oggi acquisti, se desideravano che al pensiero di Costantino Nigra si ispirasse la conduzione della Loggia. Certo è che in tutti gli anni la Loggia a lui intitolata non è mai venuta meno a quel tipo di democrazia così ben espresso nella frase: “che perché una Costituente Massonica si riunisca e possa deliberare con completa libertà d’azione, è necessario che non sia inceppata da un’autorità superiore”. Il nostro augurio è che questo spirito si tramandi alle future generazioni di Massoni.

 

Ritratto di Costantino Nigra

Ritratto di Costantino Nigra

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fonti:
Enciclopedia Europea – Garzanti La Massoneria in Italia – Enrico Nassi – Newton & Compton, 2002 La Massoneria nella storia politica d’Italia – Enrico Foschi – Cangeni Editore 1999 La Loggia Ausonia e il primo grande Oriente d’Italia – G. Bartolini La Massoneria – Natale Mario Di Luca – Atanòr 2000